lunedì 19 maggio 2014
domenica 18 maggio 2014
Blues n. 1 (dedicato a Bessie Smith)
La
voce esce profonda e metallica
da un grammofono a tromba
e ristagna grumosa nell’aria.
I dolori son gli stessi
ma la voce invece di piangerli
sembra rivendicarli imperiosa.
da un grammofono a tromba
e ristagna grumosa nell’aria.
I dolori son gli stessi
ma la voce invece di piangerli
sembra rivendicarli imperiosa.
Se
la prende comoda come in tutti i blues
ma si sente un’energia sottotraccia
che non si fa mettere i piedi in testa
da nessuno,
ma si sente un’energia sottotraccia
che non si fa mettere i piedi in testa
da nessuno,
nemmeno
dall’uomo che l’ha lasciata
e che lei sta pregando di tornare.
e che lei sta pregando di tornare.
E’
un blues tutto petto in fuori,
testa alta, occhi dritti in avanti
e lei è l’imperatrice.
testa alta, occhi dritti in avanti
e lei è l’imperatrice.
giovedì 15 maggio 2014
ERRORI DI STAMPA?
DAVE BRUBACH – pianista di cultura classica che si ostina a suonare jazz, con basic swing e ridotta capacità di improvvisazione ma con un grosso conto in banca.
ERROLL GARDEN - fior di
pianista
BILL EVANISH – pianista di grande
sensibilità e raffinatezza, amante delle sfumature e delle atmosfere
rarefatte (pure troppo).
MART BLAKEY- Feroce percussionista
che batte sui suoi tamburi di guerra inni hard bop per chiamare a
raccolta i reduci.
ART ENSEMBLE OF CICASCO – Gruppo
di avanguardia bravissimo a preparare trappoloni per il pubblico
europeo, che ci casca sempre.
LIT KONITZ – Genio soporifero.
ELLA FITZGERALD KENNEDY
– La first Lady
SARA’ VAUGHAN – Grande promessa
del canto.
RAY ANDERSEN – Trombonista da
favola.
GAFFE BARBIERI – Equivoco musicale
molto redditizio.
COLEMAN ORCHINS – sassofonista che
spaventava gli avversari per la padronanza dello strumento
MILES DEVIL- cattivissimo
trombettista
JOHN CONTRAIRE – sassofonista che
ha forza di suonare in modo sbagliato ha inventato uno stile nuovo.
DUKE WELLINGTON – Ammiraglio di un
equipaggio indisciplinato che però vinceva tutte le battaglie
HELEN MERIT – voce sexy e un po’
roca
ORMETTE COLEMAN – Grande
innovatore che lasciò una grande traccia nel jazz moderno
WEST MONTGOMERY – Un punto
cardinale per i chitarristi.
OSCAR PEDERSEN - eccelso duo piano e basso
mercoledì 14 maggio 2014
CHET IN PARADISO
Quando Chet cadde dalla finestra del suo albergo,
ad Amsterdam, e pose termine alla sua travagliata esistenza, non
impiegò molto tempo ad arrivare di fronte a San Pietro; ne impiegò
molto di più ad arrivare la sua scheda segnaletica, che fu subito
intercettata da san Pietro. La esaminò per bene rigirandosela per le
mani, sempre più imbarazzato e nervoso.
Dovete sapere che san Pietro era
un fan segreto di Chet, amava il jazz ed in particolare quello
suonato dal trombettista, ma non voleva che lo si sapesse in giro. Il
jazz era a malapena sopportato, era considerata una musica che troppo
spesso flirtava con il boss dell’underground, l’inquilino
dell’interrato, il diavolo insomma. La musica ufficiale del
paradiso era quella solare di Mozart o quella meditabonda dei canti
gregoriani, Beethoven ed i romantici erano considerati un po’
troppo inquieti, figurarsi il jazz.
Eppure san Pietro aveva pensato di
affidare a Chet la direzione di uno dei tanti cori di angeli e beati,
con il posto di solista di tromba e canto.
Però... c’era un però: la
scheda di Chet era così piena di misfatti che non si poteva pensare
proprio di passarci sopra: avrebbe dovuto stare in purgatorio per
almeno una cinquantina d’anni ad espiare, magari suonando la musica
di Lames Last o del Guardiano del Faro e cantando tutte le canzoni
dei Pooh. E san Pietro non aveva voglia di aspettare ancora..
I misfatti poi, alla fin fine,
erano tutti riconducibili ad uno solo: droga. I guai che aveva
combinato, i piccoli imbrogli, le amicizie tradite erano solo dovute
alla sua continua ricerca della droga. “Anche con questa drastica
semplificazione non posso farlo passare” pensava il nostro santo
sempre più nervoso- “Non possiamo!”
Eppure doveva trovare una
soluzione.
Dopo un po’ di tempo passato a
rimuginare visibilmente contrariato, si fece portare la tromba d’oro
di Louis Armstrong e la consegnò a Chet, pregandolo di suonare
qualcosa sulla veranda accanto al grande ingresso del paradiso,
veranda che guardava su un anfiteatro di nuvole che si stava
lentamente riempiendo di beati che si apprestavano ad assistere a un
concerto.
Chet impugnò la tromba e, dopo
qualche momento di incertezza incominciò a suonare My funny
Valentine. Scelse questo brano forse perchè era stato il suo primo
grande successo e non voleva rischiare troppo, forse perché era il
brano che più aveva suonato nella sua vita e questo lo faceva
sentire più sicuro in un momento così particolare.
Iniziò un po’ titubante poi la
tromba cominciò a distendere veli sonori morbidi ed accattivanti,
senza però essere stucchevoli e banali. Non c’era saccarina nella
musica che Chet stava suonando (era forse l’unica polvere bianca
ignorata da Chet), c’era dolcezza certamente ma anche un fondo
amaro di chi ha vissuto la vita ai margini, c’era un candore
infantile che si imponeva a dispetto di una voce rugosa, rotta a
tutte le esperienze.
C’era, soprattutto una bellezza
diversa da quella solare che solitamente veniva percepita in
paradiso: era la bellezza della sofferenza, o meglio la bellezza
nonostante la sofferenza. Quella bellezza che in punta di piedi ti
sapeva consolare dei tuoi guai e ti dava la voglia di andare avanti:
la bellezza di un’umanità un po’ stracciona, un po’ meschina
ed un po’ ingenua.
Quando la tromba finì il suo
acuto un po’ calante, ci fu un attimo di silenzio e di immobilità,
come se nessuno sapesse che fare, poi cominciò un applauso sempre
più convinto, che mai si era visto da quelle parti.
La maggior parte dei beati
piangeva, commossa per la musica, qualcuno fu preso dalla nostalgia
di qualche parente che stava più sotto in brutte acque, ed a
qualcuno, per un attimo solo naturalmente, venne persino la nostalgia
della vita sulla terra.
In alto in un angolo dell’empireo
il triangolo divino pulsava luce rossa come un cuore affannato; una
goccia scivolò su un lato inclinato del triangolo, arrivò fino al
vertice basso e cadde giù, finendo sulla cartella segnaletica di
Chet cancellando ogni nota segnaletica, lasciandola bianca
immacolata.
San Pietro la guardò stupito,
guardò in alto il triangolo divino, sorrise e rivolto a Chet disse:
con una scheda così nessuno la può cacciare, venga pure …c’è
un coro che l’aspetta. Ed anche una tromba, finalmente sua…
(Alberto Arienti)
martedì 13 maggio 2014
Chet Baker died on May 13, 1988, in Amsterdam, Holland. He (allegedly) fell from the window of his hotel room in the early morning hours. He was 58 years old.
Il
suono del disco che cade sul piatto è un sospiro veloce, che sa
appena un po' di polvere. Quella del braccio che si stacca dalla
forcella è un singhiozzo trattenuto, come uno schioccare di lingua,
ma non umido, secco. Una lingua di plastica. La puntina, strisciando
nel solco, sibila pianissimo e scricchiola, una o due volte. Poi
arriva il piano e sembrano le gocce di un rubinetto chiuso male e il
contrabbasso, come il ronzio di un moscone contro il vetro chiuso di
una finestra, e dopo la voce velata di Chet Baker, che inizia a
cantare Almost Blue.
A starci attenti, molto attenti, si può sentire anche quando prende fiato e stacca le labbra sulla prima a di almost, così chiusa e modulata da sembrare una lunga o. Al-most-blue... con due pause in mezzo, due respiri sospesi da cui si capisce, si sente che sta tenendo gli occhi chiusi.
Per questo mi piace Almost Blue. Perché è una canzone che si canta a occhi chiusi.
(Carlo Lucarelli)
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Chet Baker
lunedì 12 maggio 2014
LE DEFINIZIONI DEL JAZZ
di Barry McRae (da Jazz Journal International)
BLUES - Le origini della musica. Creato da cantanti ciechi, parla di acqua del Michigan, letti vuoti, cani gialli e pietre sul tuo cammino. La povertà tuttora circonda il genere ed i maggiori protagonisti come BB King e Muddy Waters possono soltanto permettersi Rolls Royce del 1999.
BOOGIE WOOGIE - Stile pianistico in cui i suonatori inventavano nomi fittizi come Maceo Merrywather, Jimmy Yancey e Joshua Aitheimer, perchè nessuna persona reale è mai riuscita a padroneggiare lo stile.
RAGTIME - Inventato da uno scozzese (Scot) chiamato McJoplin è stato sentito per la prima volta nel classico film "La stangata". Al suo meglio viene eseguito su un piano verticale trattato con aceto e foglie morte.
NEW ORLEANS - Città della Louisiana dalle eleganti balaustre. E' anche uno stile musicale in cui tutti i membri di una band suonano un motivo differente nello stesso momento. Solo una dozzina di motivi è accettabile, quattro dei quali sono Bourbon Street Parade.
TRADIZIONALE - Imitazione del jazz di New Orleans. Per ottenere il massimo dell'autenticità, un tradizionalista deve prendere come modelli non i validissimi eroi che si trasferirono a Chicago, ma i fragorosi incompetenti che rimasero nella loro città natia. Poichè tale jazz è considerato totalmente piatto, suonare su armonie difficili è guardato come eccesso poco virile. Il banjo è lo strumento consacrato del jazz tradizionale, e siccome i pionieri lo suonavano male, i musicisti odierni non vedono il motivo di cambiare la tradizione.
SWING - Musica progettata per i piedi, preferibilmente rivestiti con calzini da adolescente o con altri capi d'abbigliamento fuori moda.
MAINSTREAM - Jazz troppo moderno per essere chiamato autentico e troppo vecchio per tenerti sveglio. Specialmente progettato per collezionisti di media cultura, media età e costosa alta fedeltà.
VERO JAZZ - Tutto il jazz eseguito fino al punto in cui ogni singolo fanatico decide di andarsene.
JAZZ MODERNO - Il jazz suonato esattamento dopo il punto di cui sopra.
BOP - Noto agli esperti anziani come musica Ju-JItsu, è un jazz che prende una sequenza armonica perfettamente buona e ci costruisce sopra un orrendo brano nuovo.
COOL JAZZ - Bop annacquato per Holliwood. Abitualmente suonato quando il bravo ragazzo entra in un bar per incontrare la sua pollastrella (termine disusato per amante) o quando i due vanno insieme sulla barca a vela nel tramonto.
HARD BOP - Normale bop che è difficile da capire.
FREE - Una seduta in cui i musicisti non sono pagati.
(NB: free vuol dire sia libero che gratuito)
FUSION - Miscela di buon rock e di buon jazz per ottenere una pessima musica.
FUNK-JAZZ - Musica fatta da un complesso con un batterista così incapace da non ottenere lo standard richiesto per essere un fusion man.
SALSA - Musica "spick and span" uscita da Portorico per una cortesia nei confronti dei suoi abitanti.
domenica 11 maggio 2014
Miles principe delle tenebre
Nella
notte silenziosamente scura
il
coltello acuto di una sordina
ti
colpisce dritto al cuore
col
dolore della bellezza assoluta.
E
ti viene a dire, con quei quattro colpi
lancinanti,
dondolanti su un riff ossessivo,
che
è giunta l’ora del rimorso, del rimpianto
o
semplicemente quella del ricordo straziante.
E
non servono troppe parole,
bastano
due acuti al punto giusto
ed
il tuo cuore è stretto in una morsa
di
dolce angoscia.
Puoi
essere la persona più fortunata,
allegra
o felice di questo mondo,
ma
in questo momento capisci che prima o poi
il
dolore arriverà
e
tu vorresti che fosse così intenso.
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