martedì 11 ottobre 2016

Gil Evans (1912-1988)


Prezioso costruttore di tavolozze cangianti, fin dai
tempi della sua esperienza con Claude Thornhill,
è stato a lungo apprezzato da una piccola cerchia
di appasionati.
Questo anche dopo la fortunata sequenza delle
incisioni con Miles Davis.
Inquieto sperimentatore non ha mai concesso
molto al pubblico.
Ad un certo punto però le cose sono cambiate:
è cambiato l'attegiamento di Gil verso il pubblico
(ora più aperto all'elettrico ed alla fusion)
e del pubblico verso Gil.
Negli ultimi anni la sua orchestra, sempre più libera,
e qualche volta troppo, ci ha servito squisitezze
incredibili, assieme a caotici ensemble, con un gioco 
di equilibrismi di alta scuola.


Live in Lugano,1983


Gil Evans (piano), Billy Cobham (drums), Tim Landers (bass), Dean Brown (guitar), Gil Goldstein (keyboards),Mike Mainieri (vibes), John Clark (French horn), Howard Johnson (tuba), Michael Brecker,Thomas Gruenwald (tenorsaxes), Herb Geller (altosax), Tom Malone, Jiggs Whigham, Hermann Breuer, Rudi Fuessers (trombones), Randy Brecker, Lew Soloff, Benny Bailey, Ack van Rooyen (trumpets)

Out of the Cool (1960) Impulse

14 bravissimi musicisti non notissimi per un disco di gran classe.
The Individualism of Gil Evans (1963-64) Verve
Wayne Shorter, il trombonista Jimmy Cleveland, il trombettista Johnny Coles e Kenny Burrell sono tra i maggiori solisti di questo ottimo album.
Gil Evans' Orchestra Plays the Music of Jimi Hendrix (1974) Rca

Un diluvio di musica, suoni e rumori. Gil Evans usa il rock per fare Jazz...forse. Consigliabile. .
Priestess (1977) Antilles
Ottima seduta, grandi musicisti, disco di difficile reperimento.
Guitar Forms ( Kenny Burrell) (1965)- Verve
Un disco minore che però si segnala per l'accuratezza con cui Evans costruisce attorno a Kenny Burrell un tessuto sonoro sontuoso, con pochi mezzi.



Woody Herman (1913-1987)

 

Primo grande leader di orchestra a fare musica "moderna",
influenzata dal bebop e dal cool (Four Brothers).
All'inizio era la banda che suonava il blues, poi
divenne sinomino di modernità (contrapposto ad Ellington, 
Basie, Goodman) senza gli eccessi di Kenton.
I suoi Greggi (così venivano chiamate le diverse edizioni della sua orchestra)
erano sempre pieni di musicisti giovani di grande valore.
Da lui sono usciti Stan Getz, Al Cohn, Zoot Sims, i fratelli
Candoli, Jimmy Giuffre, ecc.
Elegante solista di clarinetto e garbato cantante
ha sempre cercato di aggiornare
lo stile dell'orchestra, scivolando qualche volta
sul terreno assai scabroso della fusion.


Live in England 1964


Blues on Parade (1937-42) GRP

Per iniziare una bella antologia del periodo "the Band That Plays the Blues." .
Keeper of the Flame: The Complete Capitol Recordings (1948-49)
Il secondo gregge: Red Rodney e Shorty Rogers alle trombe, Bill Harris al trombone, Al Cohn, Zoot Sims, Stan Getz and Gene Ammons ai sax e Terry Gibbs al vibrafono. Una delizia.
Big New Herd at the Montery Jazz (1959) Koch

Un bel live pueno di grandi solisti: Al Porcino Bill Chase, Conte Candoli Urbie Green, Victor Feldman, Charlie Byrd, Monty Budwig, Mel Lewis, Zoot Sims, Don Lanphere, Bill Perkins e Richie Kamuca.
Giant Steps(1973) Fantasy/OJC
Non è un disco memorabile, ma un intelligente tentativo di modernizzare il repertorio.
Woody Herman Presents..., Vol. 2: Four Others (1981) Concord
Una ricostruzione dei Four Brothers, fatta raggruppando sax di diversi greggi. Non c'è più la
genialità di un tempo ma tutto è molto piacevole!.


Count Basie (1904-1984)



Il vero re dello swing, a capo di un perfetto meccanismo
in grado di smuovere anche le pietre, leader di un'orchestra
in grado di compiere il miracolo di essere propulsiva 
e rilassata contemporaneamente.
Non è stato un grande compositore perchè spesso i suoi brani
erano poco più di riff, che però erano in grado di mandare in orbita 
i vari solisti realizzando dei piccoli capolavori di "understatement musicale".
La ritmica dell'orchestra era un piccolo capolavoro di eleganza inesorabile.
Negli anni 30 si poteva  permettere un solista come Lester Young 
o una cantante come Billie Holiday,
ma anche successivamente i suoi musicisti erano sempre all'altezza della situazione.
Molto più fortunato (o bravo) di Ellington con i cantanti, col tempo
è diventato un passaggio obbligato per tutti i cantanti
di un certo livello (Sinatra, Fitzgerald, Vaughan, Bennett, Sammy Davis jr, Hendrics-Lambert-Ross).
Per la sua orchestra hanno lavorato gli arrangiatori più bravi:
Benny Carter, Quincy Jones, Oliver Nelson, Neal Hefti.
Il suo pianismo era molto semplice ma efficace, ottimo anche come organista.
Una figura centrale del jazz che meriterebbe di essere ricordata più sovente.




Alla BBC 1965



The Complete Decca Recordings (1937- 39) GRP Verve

Un grande triplo con alcuni dei capolavori del maestro. Solisti strepitosi: Lester Young, Herschel Evans, Buck Clayton, Harry "Sweets" Edison e Jimmy Rushing.
America's #1 Band: The Columbia Years (1936 - 1964) Sony Music
Cofanetto di 4 cd di enorme interesse che copre un vasto periodo di fertile attività di Basie sia con l'orchestra che con i piccoli gruppi..
The Complete Atomic Basie

Tutte le registrazioni della seduta che ha fatto nascere uno dei dischi più acclamati di Basie.. .
Count Basie and the Kansas City 7 (1962) Impulse! / Universal Japan

Ogni tanto amava incidere con piccoli complessi, producendo grande musica con ottimi musicisti quali:
Thad Jones, Frank Wess, Eric Dixon e Frank Foster
Prime Time (1977) Fantasy / Pablo

Siamo verso la fine della lunga carriera ma questo dimostra che l'orchestra ha ancora delle cartucce da sparare. Con Jimmy Forrest (tenore) e Al Grey (trombone).

Benny Goodman (1909-1986)

Primo grande leader di orchestra ad avere un successo
travolgente (con molti arrangiamenti che provenivano
dall'orchestra di Fletcher Henderson), purissimo
virtuoso del clarinetto, Benny Goodman rappresenta bene
il jazz vincente degli anni 30-40: 
swing, arrangiamenti perfetti, solisti scatenati, un po' di saccarina ogni tanto...
ed un rassicurante leader bianco a guidare la corsa.
Con le orchestre di Ellington e Basie sulla piazza, la numero
uno era la sua!
Tutta la critica jazz militante nera l'ha sempre considerato
un usurpatore ed è stato per anni trattato con sufficienza;
un esame più attento della sua opera non più che far rilevare
la precisione e il drive della grande orchestra,
la leggerezza e grazia (oltre ad uno swing garantito da Hampton, Krupa
Wilson, Christian) dei piccoli gruppi, nonchè la tecnica prodigiosa
del solista.
Forse non è stato mai il re del jazz (com'era chiamato) ma
non era certo l'ultimo arrivato.


Recorded December 17, 1959
Featuring Benny Goodman On Clarinet, Gene Krupa On Drums, Lionel Hampton On Vibraphone,
Jess Stacy On Piano.

Sing, Sing, Sing (1935-39) Bluebird

Per iniziare una bella antologia del periodo Rca.
Original Benny Goodman Trio and Quartet Sessions, Vol. 1: After You've Gone (1935-35) Bluebird
Il primo gruppo interrazziale ad apparire in scena:un jazz quasi da camera pieno però di swing. Con
Lionel Hampton, Gene Krupa e Teddy Wilson.
Live at Carnegie Hall: 1938 Complete Columbia Legacy

Uno dei più importanti live della storia del jazz. Un momento magico per l'incoronazione di Goodman
come re del jazz. Solisticome Harry Carney, Freddie Green, Buck Clayton e Gene Krupa. .
Undercurrent Blues (1947) Blue Notes
Nel periodo del be-bop, Benny cerca di rinnovarsi nello stile con curiosi risultati. Tornerà presto allo swing.
B.G. World Wide: Bangkok, 1956/Basel, 1959/Santiago, 1961/Berlin - TCB
Un cofanetto di 4 cd che documentano il Goodman del dopoguerra: solista immacolato, ottimi musicisti,
orchestra scattante. Tutto ok solo che sono cambiati i tempi...



DUKE ELLINGTON (1899-1974)


 

Ellington è l'orchestra jazz; 
Ellington è il compositore jazz
per eccellenza;
Ellington è l'eminenza grigia che sovrasta
il jazz al di là delle mode.
Un grande pittore che saputo usare
i suoi grandi solisti come i tubetti di colore.
Cambiavano i solisti e gli stessi brani assumevano
colori differenti.  
Col passare del tempo gli schizzi sono diventati dei quadri,
poi dei grandi affreschi sempre più cangianti (le suites).
Come pianista non era un virtuoso, ma come tutti i grandi
leaders-compositori (Basie, Evans) sapeva usare il piano
con grande senso della costruzione melodico-armonica,
Ha scritto uno sterminato numero di canzoni, spesse volte
figlie riadattate dei brani orchestrali.
Con Monk è stato il più importante creatore di standard jazz.
Per quanto riguarda i suoi solisti, meriterebbero quasi tutti
una menzione separata , ma l'elenco è piuttosto lungo.
Visto l'importanza dell'autore abbiamo aumentato l'elenco.




Montreal 1964



Early Ellington: The Complete Brunswick Recordings (1926-1931) Decca/GRP

Un triplo con ottime incisione del primo periodo, quello dello stile giungla e del Cotton Club..
The Blanton-Webster Band (1939 - 1942) Bluebird
Un altro triplo con 66 brani del periodo migliore di tutta la sua carriera. Oltre ai due grandi citati nel titolo, si possono ascoltatre: Cootie Williams, Johnny Hodges, Rex Stewart e Harry Carney.
The Carnegie Hall Concerts (January 1943) Prestige

Un doppio per ricordare un memorabile concerto con la versione completa della suite"Black, Brown and Beige". I solisti sono quelli della raccolta precedente
Piano Reflections (1953) Capitol
Un'ottima occasione per ascoltare il pianista in trio e scoprire che, nonostante lo stile stride mai abbandonato, lo spirito del compositore lo porta su un terreno moderno che influenzerà sia Monk che Cecil Taylor.

Ellington at Newport (1956) Columbia
Le cose non andava benissimo per l'orchestra a quell'epoca ed il concerto di Newport fu il trampolino di rilancio. Studiata a tavolino o no l'esibizione di Paul Gonsalves (27 chorus di assolo di tenore su "Diminuendo in Blue and Crescendo in Blue") fu una bomba. Gustatela..
 

Such Sweet Thunder (1957) Columbia

Un' album dedicato ai personaggi di Shakespeare, con brani poderosi e delicati ed una grande tavolozza orchestrale


Money Jungle (1962) Blue Note
Un trio con musicisti più moderni (Mingus E Roach) per dimostrare di essere a proprio agio col jazz moderno. Ma poco dopo sarebbe arrivato il free...
Mingus, nonostante la tensione per l'incontro col suo idolo o forse a causa di questo, è un vulcano,
And His Mother Called Him Bill (1967) Bluebird/Rca
Un album dedicato a Billy Strayhorn, morto di recente.
In un periodo un po' fiacco dell'orchestra, questo omaggio al suo più importante componente si rivela come una delle più belle incisione in assoluto..

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The Afro-Eurasian Eclipse (1971) Fantasy
Il genio si può vedere anche da quanto un 72enne osa fare: rock, ritmi etnici ed avanguardia miscelati assieme.. e facendoli funzionare benissimo!
Far East Suite (1967) Rca/Sony Music Distribution 
Un disco che ha consolidato nel tempo la sua bellezza. Una partitura molto raffinata e varia, con grandi assoli (Hodges su tutti).