Si può mettere assieme be bop e Bach? Chi ci ha provato,
ed in parte ci è riuscito, è stato il direttore artistico
del Modern Jazz Quartet, John Lewis.
Uno dei pianisti che hanno vissuto in prima persona
l'avventura bop, alla ricerca di una propria strada,
fonda nel 1952 il MJQ assieme a Milt Jackson.
Jackson è l'uomo di punta del gruppo, col suo vibrafono
incalzante, ma Lewis ne diventa la mente.
Poco alla volta costruisce un meccanismo
perfetto di "jazz da camera", definito così per l'equilibrio
formale dentro il quale si sviluppano gli assoli jazz
(sopratutto di Jackson).
L'incontro con Gunther Schuller lo spinge a frequentare
le sperimentazioni "Third stream" (tentativo di coniugare jazz
e musica colta contemporanea) con risultati controversi.
Ovviamente coinvolge anche il MJQ (con un riluttante Jackson)
in alcune di queste sperimentazioni:
con quartetti d'archi, la chitarra di Jim Hall,
gli Swingle Singers, cantanti liriche - tutte cose
che oggi non stupiscono più ma che allora fecero scalpore.
Pianista composto ed essenziale, è stato uno dei primi musicisti
neri a fare musica sostanzialmente "bianca".
For
Ellington
Live 2000
Django
(The Modern Jazz Quartet) - 1953/55 - Prestige/OJC
Il secondo disco del MJQ, il primo grande successo:
il classico Django di John Lewis..
Immortal
Concerts ( The Modern Jazz Quartet) (1960) -
Giants of Jazz I due
dischi Atlantic con il concerto in Europa, riuniti.
Il gruppo esegue i brani più famosi e la presenza
del pubblico rende l'esecuzione più calda delle
versioni di studio. Probabilmente il disco è fuori commercio ma dovrebbe essercene un'altra versione.
Wonderful
World of Jazz - 1960 - Atlantic Alcuni brani in quartetto con Jim Hall, un
notevole assolo di Paul Gonsalves, un gruppo più
allargato con Eric Dolphy. Ottimo.
Lonely
Woman ( The Modern Jazz Quartet) 1962 - Atlantic
John Lewis
aveva scoperto ed aiutato Ornette Coleman, e questo
cd porta come pezzo forte uno dei brani più famosi
del sassofonista texano. Classico..
.
Evolution II (2001)
Atlantic Ad 80 anni
John Lewis incide un cd di sorprendente bellezza e
swing, classico ma senza quei vezzi
intellettualistici che hanno a volte appesantito il
suo linguaggio in passato..
Compositore, arrangiatore, direttore d'orchestra, studioso
di nuove soluzioni musicali ( "The Lydian Chromatic Concept of
Tonal Organization" libro di teoria sull'improvvisazione su
scale - pubblicato da Russell nel 1953), George Russell
si fa conoscere come autore di "Cubana Be" e "Cubana Bop,"
grandi successi dell'orchestra di Dizzy Gillespie (1947).
Dopo altri lavori di sperimentazione, dirige nel 1956 il Jazz
Workshop che incide opere brillanti e stimolanti.
Agli inizi degli anni 60 si trasferisce in Europa e realizza una
lunga serie di opere per grande e media formazione
di grande interesse.
Ha diviso con Gil Evans lo scettro di innovatore della moderna
orchestra jazz, anche se con meno successo commerciale.
George Russell and the Big
Bang Band of 1967 -
live at Circus in Stockholm, Sweden
Woodwinds:
Christer Boustedt, Claes Rosendahl,
Bernt Rosengren, Jan Garbarek
Trombone:
Rune Ericsson, George Bernard, Folke
Rabe
Trumpets:
Lasse Samuelsson, Rolf Ericsson,
Bertil Lövgren, Muvaffak "Maffy" Falay
New
York, New Yorke - 1958/59 - Impulse
Uno dei primi concept album, grandi solisti,
arrangiamenti che cercano già nuove sonorità.
Con John Coltrane, Max Roach, Bill Evans, Jon
Hendricks..
Ezz-Thetics
(1961) - Riverside/OJC Post-bop
music, con un occhio verso l'avanguardia (e due
solisti come Eric Dolphy e Don Ellis che la
frequentavano spesso). Musica molto compatta, grandi
assoli ma tutto completamente sotto controllo e
senza sbavature..
The
Essence Of...- 1964/68 - Soul Note Interessante
ma non riuscitissima sperimentazione con orchestra
(scandinava) e nastri preregistrati:
So
What 1983 - Blue Note
Grande
prova live di un'orchestra piena di giovani
sconosciuti. Di "So What" è presentato solo l'assolo
di Miles Davis, eseguito da tutta l'orchestra..
.
At Beethoven Hall: The
Complete Recordings (1965) Polygram Edizione
completa di un concerto con
Don Cherry a metà degli anni sessanta: Stimolante..
Un piccolo genio cresciuto all'ombra di Duke Ellington,
che ha fatto fatica ad imporsi per qualità sue,
oscurato dall'altra personalità.
L'alto livello di simbiosi raggiunto da questa
coppia musicale, ha anche impedito di distinguere
spesse volte il lavoro fatto dall'uno o dall'altro:
anche il modo di suonare il piano generava
confusione, a volte.
In questa situazione, la valutazione delle sue grandi capacità
si può fare solo sulle opere dichiaramente
al di fuori dell'ingombrante ombrello ellingtoniano.
Anche come compositore (e che classe di compositore!)
ha subito ingiustizie: alcune per ignoranza/pigrizia mentale
(quante volte abbiamo sentito anche da persone autorevoli
dal punto di vista musicale, attribuire ad Ellington "Take Tha A Train"
che invece è stata scritta da Strayhorn?).
Altre appropriazioni sono state fatte direttamente dal maestro,
e studi recenti fanno ritenere che "Day Dream" e "Something to
Live For", accreditate come lavoro di coppia, siano solo di Billy;
"Satin Doll" e "C-Jam Blues" non sarebbero del Duca ma del suo
allievo...
Un musicista che non ha potuto brillare di luce propria come
meritava, anche per la sua omossessualità,
che non gli ha giovato a farsi strada da solo.
Billy Strayhorn's Septet -
Cue For Saxophone - A3 - Cherry
Piano – Billy Strayhorn, Alto Saxophone – Cue Porter
Clarinet – Russell Procope,Trombone – Quentin Jackson
Trumpet – Harold "Shorty" Baker,Drums – Oliver Jackson,Bass – Al Hall
The
Peaceful Side - 1961 - Blue Note
Una sessione completamente fuori dai confini
ellingtoniani, atmosfere morbide, intime un po
tristi. Alcuni brani con gruppo vocale, altri con
quartetto d'archi. insolito.
Lush Life (1964/65) - Red
Baron Il disco più
esemplificativo del talento di Strayhorn.
Formazioni varie di ellingtoniani e non. Lush Life è
cantata dal suo autore..
Tra i
vari cd di Duke Ellington con Strayhorn
consigliamo: -
Such Sweet Thunder (1957)
- Blues in Orbit (1958)
- The Nutcracker Suite / Peer Gynt Suite /
- Suite Thursday(1960)
- My People (1963)
- Reminiscing in Tempo (1991)
- Private Collection, Vol. 2: Studio
Lush
Life: The Billy Strayhorn Songbook Polygram
Una
compilation delle sue composizioni più famose con:
Sarah Vaughan, Art Farmer, Ben Webster, Oscar
Peterson, Ella Fitzgerald, Dizzy Gillespie, Cecil
Taylor, Johnny Hodges, Joe Henderson e Stan Getz..
.
And His
Mother Called Him Bill (1967) BMG Toccante
omaggio del Duca al suo collaboratore più stretto..
Negli anni 50, Dave Brubeck apparve alla borghesia americana,
colta e bianca, come il genietto capace di dare rispettabiltà
formale allo sgangherato be-bop.
Allievo del compositore classico Darius Milhaud, Brubeck
cercò di applicare le costruzioni classiche ad un
jazz di derivazione cool, ma più semplificato armonicamente,
cosa che gia stava facendo John Lewis col suo Modern
Jazz Quartet.
In realtà col tempo ci si accorse che, evaporati
gli atteggiamenti intellettualistici alla moda,
la musica di Brubeck era molto meno sofisticata
del previsto, il suo pianismo molto muscolare e
rigido, la sua visione musicale meno d'avanguardia
di quanto si potesse pensare.
Fu molto bravo nel creare un modello di gruppo
musicale, cerebrale ma piacevole, che
per decenni è stato un punto di riferimento per molti
musicisti bianchi.
Va reso merito di questa riuscita anche al sassofonista
Paul Desmond, ispirato da Lee Konitz, ma più
etereo nella sonorità e meno avventuroso
come solista.
Molta dell'estetica ECM parte da qui.
The Dave
Brubeck Octet - 1946/50 - Fantasy/OJC
Uno dei più freschi e stimolanti cd del pianista,
che giustifica, in parte, la sua fama di musicista
"colto".
Nasce la musica West Coast.
Jazz at
the College of the Pacific (1953) - Fantasy/OJC In quel
periodo Brubeck dava molti concerti nei campus
universitari accrescendo l'aureola d'intellettuale
del jazz.
Disco quasi storico con un buon interplay tra
Brubeck e Desmond.
Time Out - 1959
Columbia/Legacy
Il
disco forse più famoso di tutto il jazz, con uno dei
brani più conosciuti ed amati (quel Take Five
scritto però da Paul Desmond). Tutto il disco
propone in modo estremamente garbato una serie di
esperimenti ritmici insoliti per il jazz di allora
(tempi dispari). Le stesse cose cui si stava
dedicando Max Roach, con più abilità ma meno appeal.
.
We're
All Together Again (For the First Time) (1972)
Atlantic
Dopo "Time
Out" inizia una fase di grande successo e di
ripetitività: rimane sempre intatta la gradevolezza
dell'insieme. però. Qui si può ascoltare i due
partner più importanti di Brubeck (Desmond e
Mulligan) assieme per un set di classe ma del tutto
prevedibile.
.
Moscow
Nights (1987) Concord Tra i
dischi più recenti (tutti di buon livello, nessuno
memorabile) abbiamo scelto questo perchè:
- Inciso dal vivo in Russia
- ha un repertorio equilibrato di successi e novità
- ci presenta il clarinettista Bill Smith, che non è
un pivello ma che suona molto bene.
Considerato all'inizio più per le sua capacità di scrittura
(Four brothers, per Woody Herman fu il successo
più clamoroso) che per le sue capacità solistiche
(troppo pallido al tenore, troppo intimista al clarinetto)
Giuffrè si impone gradualmente come uno sperimentatore
assai importante, in un'area che è stata definita jazz da camera
e che ha anticipato di 30-40 anni certo jazz attuale
(vedi ad esempio la filosofia ECM).
Impegnato in una ricerca verso l'essenziale, sfronda
tutto l'eccesso ritmico nel jazz,
affermando il concetto di "ritmo implicito".
Sperimenta un free jazz cameristico e per nulla
"rumoroso" in controtendenza con tutto il jazz del momento
(con in testa forse precedenti prove di Lenny Tristano).
Non ha mai smesso di cercare nuove soluzioni
sonore, sempre per piccoli gruppi, ed ha lasciato
delle opere essenziali, sebbene al momento della loro
produzione siano state quasi sempre emarginate,
anche per una sua totale impermeabilità nei confronti delle mode.
The Train and the River - Jimmy Giuffre 1957,
Jim Hall on guitar and
Jim Atlas on bass.
The Jimmy Giuffre Clarinet 1956 - Savoy oppure Collectables Jazz Classics
Diverse formazioni cool per
il clarinetto vellutato ed intimista di Giuffre. Il brano So low è un
assolo accompagnato dal battito del piede..
Western Suite (1958) Atlantic Jazz da camera con un
trio senza ritmica: Bob Brookmeyer - Trombone, Jim Hall - chitarra.
Giuffre al clarinetto ed a tutta la gamma dei sax
1961 ECM
Ristampa (unica nella filosofia ECM) dei 2 dischi Verve "Fusion" e "Thesis". Con Paul Bley. e Steve Swallow.
Jazz d'avanguardia che si sarebbe risentito 20 dopo proprio dagli artisti ECM!
.
Dragonfly (1983) Soul Note Dopo sparizioni e riapparizioni furtive, un rientro clamoroso perchè prevede l'uso di sonorità elettriche.
Spiazzante .
Conversations With a Goose (1996) Soul Note Nuova reunion con Bley e Swallow. Grande musica ma sono altri tempi.