E'
un anno strano che vede Miles non entrare mai in uno studio di
registrazione: è probabile che ci sia un calo d'ispirazione, forse
un'incertezza sulla via da percorrere dopo il successo inatteso e,
magari una voglia di tirare il fiato, magari per problemi personali e
di salute. E i concerti decollano alla grande solo col tour
europeo di ottobre-novembre. Però in quell'anno Davis firma un
cntratto triennale con la Columbia per 100,000 $ l'anno e di questo
si vanterà parecchio. E a novembre esce l'album doppio
"Live/Evil" che, fin dalla copertina, vorrebbe ripetere il
colpo di "Bitches Brew". Ancora una volta c'è il tema
della duplicità che Mati Klarwein esprime, su richiesta di Miles,
raffigurando il bene e il male. Un'idea che rappresenta bene, in
fondo la personalità di Davis, aggressivo e furente ma anche
introspettivo e sensibile. Qui però diventa anche un gioco
enigmistico con le parole lette al contrario: Live/Evil;
Sivad/Davis; Selim/Miles. Il disco è duplice anche perchè
riunisce registrazioni di studio (giugno) e dal vivo (dicembre, al
Cellar Door di Washington) del 1970 e questi due aspetti un po'
confliggono e contribuiscono a produrre un disco un po' sfuocato,
mancante di un vero baricentro. Bella musica in un disco
interlocutorio, forse inevitabilmente. E per la prima volta
ascoltiamo Davis usare il padale whawha.
I concerti
europei, variamente documentati solo da bootleg, vedono la seguente
formazione: Miles Davis (tp), Gary Bartz (ss, as), Keith Jarrett
(el-p, org), Michael Henderson (el-b), Ndugu Leon Chancler (d),
Charles Don Alias (cga, perc), James Mtume (cga, perc).
La musica
eseguita, sostenuta da un incessante tappeto di percussioni, poteva
essere definità "funky", anche per via delle linee di
basso, semplici ma efficaci, di Michael Henderson, solido musicista
che aveva suonato con Stevie Wonder. Mancava una chitarra, che Davis
riteneva indispensabile al suo progetto d'ispirazione hendrixiana (ma
Mclaughin suonava con Lifetime) ma poteva esibire un Keith Jarrett in
forma, che suonava stabilmente due tastiere (una per mano),
aggiungendo poi effetti speciali con aggeggi più piccoli posati
sopra le tastiere. Era sostanzialmente lui che dirigeva i concerti,
gestendo i cambi di tempo e mood che una notevole disivoltura,
grugnendo in diedi nei momenti di massima tensione e facendo
spettacolo a sè. Davis, invece, sembrava impegnato a
giochicchiare col pedale del whawha, chinato su se stesso, con la
tromba rivola verso il basso. Qualcuno disse con un'immagine acuta
che "metteva gli accenti alle melodie. Sicuramente era stanco,
probabilmente soddisfatto e poco propenso a salti mortali, almeno per
il momento.
Con l'uscita di " Bitches Brew"
e il suo screscente successo, anche i concerti del gruppo devono
tener conto di questa novità ed adeguarsi, almento in
parte. Cominciamo con quelli tenuti ai due Fillmore, che sono
documentati ufficialmente, e alla fine passiamo alle registrazioni
pirata.
Miles Davis ha suonato spesso al
Fillmore, sia East che West, e sempre come spalla a gruppi rock come
David Crosby o Bload,Sweat &Tears, cosa che penso per lui non sia
stata facilissima da digerire. Ma questo voleva comunque dire più
soldi e un pubblico più vasto, anche se forse meno attento. La
pubblicazione delle sue registrazioni fatte nei due locali è stata,
come gran parte della sua discografia del periodo elettrico, un po'
confusionaria.
- Marzo 1970 La prima registrazione è del 7 Marzo
1970, fatta al Fillmore East di New York (come spalla a Neil Young e
alla Steve Miller Band) e non è stata pubblicata fino al 2001 col
titolo: Live at the Fillmore East, March 7,
1970: It's About That Time. Il gruppo è quello top del 1969 (il
cosiddetto Lost Quintet) con l'aggiunta di Airto Moreira: Miles
Davis (tpt); Wayne Shorter (ss, ts); Chick Corea (el-p); Dave Holland
(b, el-b); Jack De Johnette (d); Airto Moreira (perc). E' l'ultimo concerto in cui appare
Wayne Shorter che sarà spoi ostituito dal diciannovenne Steve
Grossman (primo sassofonista bianco dai tempi del cool). Il
repertorio è il solito con l'aggiunta di alcuni temi da "Bitches
Brew" e "In a Silent Way" suonati piuttoso
aggressivamente, forse perchè il gruppo era desideroso di offrire a
un pubblico decisamente rock, un'esibizione da ricordare
- Aprile 1970 Un mese dopo, esattamente il 10
aprile, viene registrato un altro live, questa volta al Fillmore West
di San Francisco. Repertorio simile (con qualche standard
recuperato e scarnificato), grande grinta nei solisti, atmosfera
rovente. L'unica vera novità è data da un
giovanissimo (19 anni)e bravissimo Steve Grossman, al posto di Wayne
Shorter: Miles Davis (tpt); Steve Grossman (ss,
ts); Chick Corea (el-p); Dave Holland (b, el-b); Jack De Johnette
(d); Airto Moreira (perc)
Poichè siamo nel periodo di successo
di vendita di "Bitches Brew", la Columbia non sembra
interessata a queste registrazioni, anche perchè molto meno
"fascinose" dell'album doppio. Il disco uscì poi nel 1973, solo per
il mercato giapponese che spesso ha anticipato diverse incisioni jazz
della Columbia. In Usa uscirà per la prima volta nel
1997 come "Black Beauty: Miles Davis At Fillmore West":
la motivazione ufficiale era che non era chiara la lista dei temi e
che quindi ci potevano essere problemi di copyright. L'impressione di una scusa per
lavarsene le mani è molto forte anche motivata dalla politica un po'
confusa del boss Clive Davis.
-Giugno 17-20 1970 I quattro concerti dati nel giugno 1970
al Fillmore East di New York dal gruppo di Davis uscirono in un
doppio lp «At Fillmore», pubblicato nell'autunno dello
stesso anno. Teo Macero, produttore-factotum di
Miles, aveva selezionato da ogni serata i venti minuti standard
dedicando una facciata ad ogni serata. La scaletta dei quattro concerti si
ripete quasi identica, partendo con "Directions",
proseguendo con "The Mask" per poi passare alla
funkeggiante "It’s About That Time", e confluire nel
complicato "Bitches Brew" e concludersi con un brevissimo
"The Theme". Piccole variazioni su questo schema di
base differenziano tra loro le quattro serata: la seconda aggiunge un
prezioso bis come "Spanish Key"; nella terza e nella quarta
compaiono brevi riflessioni sui temi di "I Fall In Love Too
Easily" e "Sanctuary"; e l’ultima inserisce "Willie
Nelson" (fresca distudio) nel finale.
Il lavoro di editing del disco, per
creare delle differenze tra le varie facciate molto più evidenti
rispetto alle effettive dovute all'estro differente delle varie
serate, si è concentrato estrapolando momenti differenti per ogni
serata, alterando anche la sequenza dei brani. Per anni è stato l'unico documento dei
live al Fillmore, un documento molto alterato e quindi poco fedele
alla ricostruzione delle serate.
Finalmente nel 2014 esce un set di 4 cd
dal titolo «Miles At The Fillmore – Miles Davis 1970: The
Bootleg Series Vol. 3» con l'integrale delle serate più tre
brani inediti registrati dal vivo l’11 aprile 1970 al Fillmore
West, senza Keith Jarrett. La formazione è la seguente: Miles Davis (tpt); Steve Grossman (ss,
ts); Chick Corea (el-p); Keith Jarrett (Organ); Dave Holland (b,
el-b); Jack De Johnette (d); Airto Moreira (perc).
Al Fillmore West tornerà in ottobre
con un nuovo gruppo, ma sarà documentato solo da bootleg: repertorio
più o meno. Il nuovo gruppo è composto da: Gary Bartz, soprano, alto sax; Keith
Jarrett, electric piano, organ; Michael Henderson, electric bass;
Jack DeJohnette, drums; Airto Moreira, Jim Riley, percussion. La
ritmica però cambierà nel 1971 con l'arivo di Leon "Ndugu"
Chancler alla batteria e Don Alias e Mtume alle percussioni.
In un solo concerto sembra si sia
esisibito esponendo tutti i temi del suo disco di successo, al
"Berkshire Music Center", Tanglewood, MA, il 18 agosto,
aprendo un set di Santana. Le versioni sono tiratissme (c'è
anche un video che circola e mostra la grinta e concentrazione del
gruppo) e sintetiche, decise a non distrarre minimamente il pubblico
con introduzioni d'atmosfera o momenti intimi. Un set che emana una
forza quasi bruta, guidata da una lucida tremenda. Tutti gli aspetti
oscuri e minacciosi della prima parte del disco, diventano una prova
di forza riuscitissima.
Nell'estate
partecipa al festival pop dell'isola di Wight, e danti a un pubblico
di circa 600,000 spettatori suona la sua musica, lasciando i due
pianisti(Corea e Jarrett) a dialogare, litigare e sfidarsi con una
musica assolutamente libera.