Ritratti, poesie, grafica e testi che frullano nella mia testa e ruotano attorno al jazz.
venerdì 30 settembre 2016
JULIAN CANNONBALL ADDERLEY (1928-1975)
Un sassofonista di diretta derivazione parkeriana (era stato
lanciato come il suo erede) ma meno spigoloso
pur nella sua corposa aggressività.
Uno dei migliori esponenti dell'hard bop che
sapeva colorare di vene funky (prima) e quasi
rock (successivamente).
Col fratello Nat alla cornetta ha sfornato una lunga serie
di brani di successo;
con l'aggiunta del piano elettrico di Zawinul
ha aperto la via al jazz-rock.
Un musicista spesso sottovaluto da riascoltare
con più attenzione.
Work Song
Nat Adderley, Louis Hayes, Sam Jones,
Joe Zawinul, Yusef Lateef
Somethin' Else (1958) Blue Note Con Miles Davis, Art Blakey, Hank Jones e Sam Jones. Ottimo.
Cannonball Adderley Quintet in San Francisco (1959) Riverside Un gruppo molto funky (c'è Bobby Timmos al piano) e rovente
Know What I Mean? (1962) OJC Il bonus è costituito dalla presenza di Bill Evans in un disco estremamente piacevole.
Mercy, Mercy, Mercy! Live at 'The Club'(1966) Blue Note (Capitol) Dite quello che volete ma il ritornello di Mercy, Mercy, Mercy vi acchiappa e non vi molla più: Il disco che ha spinto Miles Davis ad usare il piano elettrico.
Paris Jazz Concert 1969 Malaco Buon live col fratello Nat e Joe Zawinul: L'ultimo periodo musicalmente felice della sua carriera.
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