Il pianista di jazz più conosciuto ed amato degli ultimi trent'anni.
L'erede di Bill Evans (non per lo stile ma per il ruolo avuto nell'evoluzione
dello strumento).
Ed anche il controverso divo che, solo in scena, sembra quasi lottare con il pianoforte, ed ancorail pretenzioso compositore di "musica seria" e prima lo sperimentatore che col soprano sembraguardare verso Ornette Coleman.
Una carriera multiforme che si è definitivamente consolidata, con annessi comportamenti divistici,nella sublimazione dell'esibizione solitaria, portata a raffinatezze inconsuete, e nella formula dello "standard trio di rara efficacia.
L'uomo che da solo ha fatto diventare una etichetta minore di musica pretenziosa un vero affare.
Tokyo '84
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