Il più aperto tra i musicisti free, il più
globetrotter, interessato alla ritualità della musica
come incontro multiculturale, interessato alla
world music almeno 15 anni prima che diventasse di moda.
Don Cherry era stato definito il Miles Davis del
free jazz (per via un modo di suonare molto pacato
ed intimista) ma il paragone non teneva conto
dei suoi limiti tecnici (usati peraltro in maniera assai
espressiva) e del fatto che per Don il free jazz era solo
un momento musicale tra i tanti, anche se assai fecondo.
Ascoltandolo nei primi dischi di Ornette Coleman
si rimane stupiti dalla capacità di dialogo tra i due, alla
pari e senza complessi.
La sua produzione come leader ce lo mostra dapprima
nel contesto free (seppure intimista) e poi
sempre più alla ricerca della libertà musicale (e di vita).
Comincia a suonare un'infinità di strumenti folklorici
e la tromba a volte sembra un accessorio, ma quando
la suona emoziona sempre.
Sorprende che nel pieno della moda della world music
e delle contaminazioni, pochi si ricordino di lui.
Recorded
at
Theaterhaus, Stuttgart, March 1991
Don Cherry (pocket trumpet, keyb, melodica, doussin gouni, perc, fl, voc)
Peter Apfelbaum (ts, keyb, fl, perc)
Bo Freeman (b)
Joshua Jones (dr, tablas)
Don Cherry (pocket trumpet, keyb, melodica, doussin gouni, perc, fl, voc)
Peter Apfelbaum (ts, keyb, fl, perc)
Bo Freeman (b)
Joshua Jones (dr, tablas)
| Symphony for Improvisers (1966) Blue Note |
Mu, First Part & Second Part (1969) Get Back (o Affinity) |
|
El Corazón (1982) ECM |
|
Eternal Rhythm (1968) Mps |
|
Codona, Vol. 1 (1978) ECM |
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